From: Michele Andreoli (andreoli@pisoft.it)
Date: Sat Jan 16 1999 - 21:57:35 CET
> Andrea Manzini wrote:
>
>cose da pazzi :)
> a proposito, ho sempre voluto chiedertelo, come č nato muLinux ? Magari
>rispondimi sulla lista cosė č a beneficio di tutti :)
Tutto e' cominciato nel luglio dell'98. l'anno scorso.
L'idea mi venne provando HAL91. Ma prima di questo, avevo sostato estasiato
e sbalordito di fronte a QNX: conoscete quel piccolo sistema su singolo
floppy dotato di interfaccia grafica e capace di connettersi ad Internet?
Osservando la struttura delle sue directory, con i vari /bin, /usr, etc...,
mi venne in mente che forse si poteva fare qualcosa di simile con Linux.
Le intenzioni che erano sotto sono essenzialmente classificabili in quattro
categorie : studio, how-to vivente, dimostrazione, proselitismo.
Studio
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Lo studio delle procedure di boot di Linux. Io penso che
chiunque sia affascinato dalla prime azioni da vivo di un sistema
operativo che boota e nessun O.S e' aperto e disponibile a farsi
frugare ... sotto la gonnella quanto Linux.
Mi affascinava tutto quello che non avevo avuto moto di provare bene:
i Master Boot Record, come sono fatti i floppy, come funziona un
boot-loader come LILO o loadlin, i vari tipi di file system, i ram-disk,
i vari tipi di installazione, lo swap, i demoni, etc.
Ma soprattutto volevo capire esattamente quanti, di tutti i
componenti che vedevo attivi sul mio Linux "grande", erano veramente
indispensabili, che cosa faceva /sbin/init, che cosa faceva inetd, etc.
Capivo bene pero' che, anche imparando tutto questo, la mia conoscenza
di Linux sarebbe comunque rimasta superficiale o, come si dice,
"fenomenologica". Se mi permetti un parallelo con la termodinamica, e'
come dire che avrei imparato si la "Legge dei Gas Perfetti" ma non
avrei certo capito che cosa realmente succede a livello atomico.
Per un tale livello di conoscenza occorre spulciare i sorgenti del Kernel
e la vita di una singola persona non basterebbe.
Sempre meglio che limitarsi ad installare e disinstallare programmi, no?
Ricordo ancora con tristezza quando (avevo solo Windows, allora)
mi aggiravo tra edicole o negozi di hardware, in un turbinio
installatorio che non aveva fine, nella speranza di trovare qualcosa
di piu' stimolante che semplicemente cliccare qua e la su dei bottoni.
La dir c:\windows prima o poi si riempiva di DLL che nessuno usava piu' e
tutto si concludeva con l'ennesima, triste re-installazione totale.
Ora invece so che e' tutto sotto /usr/src/linux, se avessi la capacita',
il tempo e la voglia di guardarci attentamente!
How-to vivente
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Quello che io ho trovato frustrante nella mia storia personale con Linux
e' il fatto che a nuove installazioni (cambio di release, aggiornamenti,
cambio di distribuzioni Slackware->RedHat->Debian etc.) e' spesso
corrisposto una perdita parziale di conoscenze: file perduti, settaggi
che non andavano piu', sendmail non spediva piu' la posta, etc.
Non voglio con questo spaventare chi, provenendo dal DOS, si sta'
sempre piu' avvicinando a Linux. Io a questo ero preparato: mi sembrava
cosi' straordinario il fatto di avere nuovamente un prompt di UNIX
sul PC di casa mia (dopo averlo usato per anni in un'Azienda) che
avrei accettato anche che Linux/s mi malmenasse, di tanto in tanto!
Il mio rapporto con "mgetty" (un programma per spedire e ricevere
fax o per chiamare a casa dall'ufficio) e' sotto ogni punto di vista
emblematico di questa situazione: ad ogni upgrade, puntualmente,
dovevo rimetterci le mani, per scoprire che i fax non li riceveva piu'
e che se li riceveva non avevo piu' il programmino per visualizzarli
e che se li visualizzavo mi accorgevo di non aver ancora sistemato
il sistema di stampa per stampare dignitosamente. Io non so cosa
succedeva agl'altri: tra quanti conosco, sono l'unico che usa Linux; ma
a giudicare dai messaggi che vedo sui NG, temo che la mia non sia
una storia isolata.
Avevo bisogno di "congelare" qualcosa, anche poco: qualcosa che
potesse sopravvivere agli upgrade del sistema principale; qualcosa che
fosse per me come un pro-memoria, un mini laboratorio, una specie di HOWTO
vivente, da "consultare" e spulciare alla bisogna.
Anche adesso, quando non mi ricordo come si fa qualcosa, talvolta vado a
vedere come l'ho fatto in quel tale script o nel talaltro.
Dimostrazione
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Il fatto che un sistema Linux vero e proprio, benche' dotato soltanto
di un piccolo sottoinsieme dei comandi di Linux, possa entrare in
un floppy e' di per se impressionante. Ho sempre sperato che questo
potesse impressionare anche alcune persone di mia conoscenza la cui
visione informatica e' del tutto ortogonale alla mia.
Dire sempre e soltanto frasi del genere: "io con Linux questo la faccio
in due colpi soli" o frasi tipo "io con Linux posso formattare un
floppy su questa finestra, mentre sull'altra ti suono qualcosa e
sull'altra mi collego ad internet senza che il sistema si imballi
dicendomi ERRORE DI PROTEZIONE GENERALE", non e' lo stesso che
ficcare il floppy e farglielo vedere.
A chi, poi, non e' capitato di dover aspettare che l'unico computer
ben configurato della LAN si liberasse (ad esempio nelle aule di
informatica universitarie)? E che dire del desiderio di voler spedire
una mail da uno di questi PC e di essere costretto, per farlo, a
doversi configurare EUDORA inserendo in maniera fraudolenta i propri
dati di POP?
Certo, non mi aspettavo che si potesse arrivare al livello attuale,
con 96 comandi (tra script e binari), col supporto NE, NE-PCI e 3c509
direttamente sul floppy e con i moduli per NFS, Samba, i principali
tipi di file-system, le mappe di tastiera, etc. anche perche',
spulciando nei floppy di rescue delle varie installazioni e gli altri
floppy-Linux, mi sembrava che non si potesse andare poi molto lontano.
Invece, in parte operando una selezione di binari e di versioni (spesso
datate), in parte riscrivendo qualche utility in C (tipo "tr", "expr",
etc.) e ritoccandone qualche altra, si e' potuto ottenere un'emulazione
di un sistama Linux abbastanza completa e funzionante.
Ma la cosa piu' divertente per me sono stati gli scripts, mentre l'uso
di netcat come client/server generale TCP/IP e' stata l'idea vincente.
Grazie a netcat ho potuto implementare la spedizione e la ricezione
di posta e di articoli news, semplicemente spedendo delle stringhe
alle porte opportune, con connessioni di tipo telnet.
Da questo punto di vista, muLinux appare come una cospicua collezione
di "tips" e trucchetti di vario genere che potrebbero riempire parecchi
articoli del tipo "two cent tips", della Linux-Gazete.
Proselitismo
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Io non sono tra quelli che sono gelosi di Linux e che vorrebbero
tenerselo tutto per se, allontanando i fratelli che vengono dal DOS.
Io giro costantemente col floppy in tasca, e tutto le volte che,
con qualche amico, visito un negozio di PC, una fiera, ovunque insomma,
appena posso mi guardo intorno e lo ficco del drive per vedere se
bootta! Questo e' il mio modo di partecipare all'avventura Linux
e alla sua diffusione. Ci sarebbe un altro modo: aiutare i nuovi
che chiedono sui newsgroups, come fanno alcune benemerite persone,
quale M. d'Itri, zio Budda ed altri. Ma, diciamo la verita', e'
una cosa troppo noiosa e ripetitiva, non ce la faccio proprio.
Io dico che molta di questa gente non installa Linux semplicemente
perche' teme per l'integrita' dei propri hard-disk o perche' chi gli
vende il computer glielo vende con UN'UNICA partizione di decine
di GIGA vuoti, con dentro solo WIN95.
Certo, ci sono anche quelli che non gliene importa niente e che col
computer ci giocano soltanto ma, per motivi che non sto a dirvi, non
sono tra i miei amici :))
Che male c'e' a fargli vedere un "assaggio" di Linux (come direbbe il
buon sime1brt). Del resto Linux e' UNIX e UNIX e' la storia stessa dell'
informatica. E a scuola non ci hanno fatto studiare anche la storia di
popoli e regioni del mondo dove non siamo mai stati e dove NON abbiamo
intenzione di andare mai?
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Queste, in forma sparsa, le motivazioni che mi spinsero verso il
progetto muLinux. Ricordo che feci anche un annuncio su it.comp.linux
chiedendo a varie persone se volevano collaborare, ma la maggior parte
mi rispose dicendo "se vuoi farti un Linux tutto da solo, buona fortuna!".
oppure "cosa hai bevuto?", e cose cosi'.
Quando uscirono le prime release (allora il floppy era a 1440K, il
file system era MINIX e non c'era ancora lynx, ma solo quark) qualcuno
comincio' a scrivere che gli piaceva. Gli stranieri anche con consigli
e proposte; gli italiani solo con incoraggiamenti. Ma si sa: a noi
italiani ci piace soprattutto "scaricare", cosa ci vuoi fare?
L'unico italiano che diede una mano fattiva fu il buon Enrico Cavalli,
traducendo a tempo di record la documentazione principale in inglese,
provandolo e comunicandomi malfunzionamenti,impressioni, incoraggiamenti.
[Azz! Mi accorgo che invece di scrivere al storia di muLinux ho scritto
un romanzo. Qualcuno conosce una Casa Editrice dalla bocca buona? :))]
Ciao a tutti
Michele.
-- Mi sarebbe piaciuto concludere con un'affermazione positiva, ma non me ne vengono in mente. Vanno bene due negative? -- Woody Allen
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